17 marzo 2015, Celebrazione del Soldato Napolitano

Eroi silenziosi dal cuore di leone e dalla generosità della gente semplice che semplicemente amavano il proprio Re e la loro Patria. Nessun monumento e nessuna lapide ricorda il Soldato Napolitano, che fu il vero protagonista del dramma della fine di un Regno, quello delle Due Sicilie, invaso senza dichiarazione di guerra e senza il rispetto del più banale principio di lealtà da parte di un “civilissimo” stato, quello savoiardo. A Triflisco, a Messina, ai Ponti della Valle, a Gaeta, a Melazzo e Civitella del Tronto i nostri Soldati non risparmiarono coraggio e valore, contro un nemico spietato e contro tutte le avversità: la fame, il freddo, il tifo e altre malattie. E dopo Gaeta le pene non finirono per i nostri Soldati. Le deportazioni nei lager di Fenestrelle, Caselle e San Maurizio Canavese costituirono il capitolo piú oscuro e più secretato di tutta la storia dell’unità d’Italia fino ai giorni d’oggi, ma che non è riuscito ad oscurare la luce di quella verità che oggi rende gloria ad un esercito, riconosciuto all’avanguardia per la preparazione tecnica, per l’equipaggiamento e per l’efficienza, come molte pubblicazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano redatte dagi storici Gianni Custodero, Gancarlo Boeri, Piero Crociani, Massimo Fiorentino ed il generale Agostino Pedone hanno riconosciuto in maniera leale ed obiettiva pur non essendo di parte. Pur essendo lontani temporalmente dalle convenzioni di L’Aia e di Ginevra che regolamentano i comportamenti dei militari in tempo di guerra, i nostri soldati e tutti gli uomini d’arme venivano costantemente sorvegliati proprio dai cavalieri costantiniani che, super partes riferivano direttamente al Re di ogni irregolarità rilevata, sia per la Truppa che per gli Ufficiali. Oggi siamo fieri di ricordare il Soldato Napolitano che con il suo eroismo genuino ha salvato l’ onore di un Popolo e di una Dinastia. Onore e Requiem a tutti i caduti, a tutti i capitolati di Gaeta, a tutti i deportati e a quanti combatterono una guerra partigiana da cosiddetti briganti.

Placca di shakò da Ufficiale del 9° Reggimento Fanteria di Linea  “Puglia”